CTHULHU VISTO VICINISSIMO DA BARANGER

Baranger

Boston, 1926. Dopo la morte in circostanze misteriose del suo prozio George Gammell Angell, insigne linguista della Brown University di Providence (Usa), Francis Wayland Thurston eredita un bassorilievo riportante una strana iscrizione e alcuni documenti grazie ai quali scopre l’esistenza del Culto di Cthulhu, adoratori di una creatura indicibile che giace addormentata negli abissi marini da milioni di anni. Affascinato e incuriosito, Thurston decide d’indagare. Quello che scopre è sconcertante: visioni terrificanti che fanno sprofondare nella pazzia omicidi misteriosi avvenuti in ogni dove nel mondo, indicibili sacrifici perpetrati nelle Wetlands, i Bayou della Louisiana. Il risveglio di un culto ancestrale. Una misteriosa città dalle smisurate dimensioni, che dal mare si leva con le sue folli geometrie. Forse il suo prozio si era avvicinato troppo alla verità sull’oscuro culto di Cthulhu e ai suoi proseliti che, intenzionati a risvegliare il loro dio addormentato da eoni sul fondo del mare, intendono far precipitare il mondo nella distruzione e nella follia. Le stelle sono allineate.
La fine è vicina?

Berenger
Nonostante abbia letto spesso questo racconto di H.P. Lovecraft, ciò non mi impedisce di farlo ancora. E il risultato resta sempre lo stesso: fantastico.
Call of Cthulhu (scusatemi, ma proprio non riesco a chiamarlo con il titolo tradotto) è uno di quei rari libri che ho riletto più volte (altri due sono “Alle montagne della follia” e “Il colore venuto dallo spazio”, sempre dello scrittore di Providence), senza averne mai noia e trovando sempre stimolante ogni rilettura. È un capolavoro, c’è poco da dire.

Non penso sia il caso di dilungarsi su questo racconto che Lovecraft ha scritto nel 1926 e pubblicato due anni dopo sulla rivista pulp Weird Tales, non solo per la fama che lo precede, ma soprattutto perché se ce ne fosse bisogno sarebbe inutile andare avanti nella lettura dell’articolo.

«Ph’nglui mglw’nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn»
«Nella sua dimora a R’lyeh il morto Cthulhu attende sognando»

 

Lovecraft illustrato da Baranger

Quello che veramente interessa di questa versione di The Call of Cthulhu, che l’editore francese Bragelonne ha portato in libreria a fine 2017 (uscita in Italia l’anno dopo), è la sontuosa veste grafica ad opera di François Baranger, le cui splendide illustrazioni riescono a dare una dimensione nuova al fondamentale testo dell’autore di Providence.
Le generose dimensioni di questa edizione, 27 x 35 x 1,5 cm, riprendono il testo completo del racconto, inserito direttamente sulle illustrazioni a pagina intera o anche doppia. Cosa che permette letteralmente di “smarrirsi” all’interno del racconto e delle tavole di Baranger.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le splendide illustrazioni dell’artista francese non adombrano minimamente la forza della storia, che, anzi, acquisisce quasi tridimensionalità, facendo risaltare al massimo la potenza e il fascino delle descrizioni di Lovecraft, dando ancora più profondità all’opera nel suo complesso.

Le pagine si presentano molto armoniose e il testo, sempre esattamente dove dovrebbe essere, che sia sul chiaro o sullo scuro, lascia il giusto spazio alle tavole di Baranger. Le illustrazioni, a pagina intera o anche doppia, sono sontuose e le dimensioni del volume non fanno che aumentarne la spettacolarità. Stupefacenti!
Tutto ha un impatto visivo strepitoso, che raggiunge il suo apice quando si arriva alla visione di colui che nella sua dimora della città sommersa di R’lyeh, morto, attende sognando: Cthulhu, il colossale, l’indescrivibile, l’atrocemente terribile Grande Antico, che annichilisce ogni cosa con la sua entrata in scena, come del resto è giusto che sia. È il culmine della storia. È l’apoteosi visiva e letteraria del capolavoro di Lovecraft.


Non da meno sono le iperboliche architetture della ciclopica città di R’lyeh, in grado di “far girare la testa” con la follia dei suoi angoli visivi. Il mare è in tempesta e gelido. I colori freddi e sporchi, a sottolineare la follia e l’orrore, in contrapposizione alle calde tonalità riservate ai momenti di “vita normale”.
Le illustrazioni di François Baranger di Cthulhu e R’lyeh, dettagliatissime, ne mettono in risalto la spaventosa grandezza, così come la follia e l’orrore che ne scaturiscono. Ma tutta la dedizione e la maestria dell’artista francese non si limitano ai due climax del racconto e sono espresse, in egual misura, anche nel resto dell’opera.

Berenger
Il volume è il primo di una (speriamo lunga) serie: Baranger sta già lavorando al secondo “Alle montagne della follia”, altro capolavoro dell’horror lovecraftiano. Personalmente, oltre all’autore di Providence, mi piacerebbe vedere opere di altri autori beneficiare di questo splendido trattamento grafico. Mi vengono in mente scrittori classici come Algernon Blackwood ed Edgar Allan Poe, Robert William Chambers e Ambrose Bierce, ma anche più moderni come Angela Carter e Thomas Ligotti, Julio Cortázar e Dino Buzzati (“Il Babau”).

Questa edizione di Call of Cthulhu appartiene a quella categoria di libri che è un vero piacere leggere e sfogliare più e più volte, oltre che mettere in bella mostra nella libreria. Anche per chi non conoscesse particolarmente l’epica di Lovecraft rappresenta un ottimo punto di partenza per scoprire uno scrittore di incredibile forza espressiva.

 

Le opere di François Baranger

Illustratore, concept artist e scrittore, François Baranger nasce a Ermont, nella Val-d’Oise (vicino a Parigi), il 28 settembre 1978. Dopo gli studi artistici lavora come illustratore nei videogiochi e, nel 1998, comincia a realizzare cortometraggi d’animazione. Con uno di questi, “Antebios”, vince un premio all’Imagina Festival del 1999. Nel 2004 decide di riprendere in mano il suo progetto relativo alla creazione di una serie a fumetti ispirata all’universo dello scrittore americano H.P. Lovecraft. Prende così forma “Freaks Agency”, due volumi (“Celui du sang” Tome 1 e 2) pubblicati tra il 2005 ed il 2006 per le edizioni Albin Michel. Contemporaneamente comincia a realizzare diverse copertine di romanzi di genere e per ragazzi. Nel 2007 torna ai videogiochi come concept artist per l’acclamato campione d’incassi “Heavy Rain” di Quantic Dream, pubblicato per PlayStation 3 (2010) e 4 (2016) di Sony. Con la software house francese lavora anche alla realizzazione di “Beyond Two Souls”. L’attività di concept designer comincia a divenire predominante e porta Baranger a collaborare con molti autori e studi di prestigio, sia per videogiochi (tra cui Tom Clancy’s The Division e Dishonored 2) sia per il cinema (tra cui “Arthur e il popolo dei Minimei”, “Harry Potter e i doni della morte”, “G.I. Joe – la nascita dei Cobra”, “La furia dei Titani”, “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – il mare dei mostri”). Particolarmente apprezzabile il suo lavoro nel film “La bella e la bestia” (2014), di Christophe Gans, con Léa Seydoux e Vincent Cassel. Oltre agli impegni come graphic artist, François Baranger si dedica anche alla scrittura, pubblicando nel 2013 e nel 2014 un lungo romanzo di fantascienza in due volumi dal titolo Dominium Mundi, la cui realizzazione lo ha impegnato per circa dieci anni. Nel 2017 dà alle stampe “L’Effet Domino“, il suo primo thriller.

 

L’Appel de Cthulhu Illustré

Testo di Howard Phillips Lovecraft – Illustrazioni di François Baranger

Editore Bragelonne, pagine 64, colore, cartonato con sopraccoperta

2017

L’edizione italiana

Il richiamo di Cthulhu 

Testo di Howard Phillips Lovecraft – Illustrazioni di François Baranger

Editore Raven Distribution, 64 pagine, colore, cartonato con sopraccoperta

2018

 

 

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