LI’L ABNER, CACCIA ALL’UOMO A DOGPATCH

LI’L ABNER, CACCIA ALL’UOMO A DOGPATCH

Immaginate la scena: un’orda di ragazze in età da marito (e anche nubili ben oltre quella fascia d’età) che inseguono gli scapoli del paese e li rastrellano casa per casa. Davvero una visione apocalittica, frutto della mente deviata di uno scrittore pazzo.
Andiamo con ordine. Li’l Abner è una striscia a fumetti creata dal cartoonist statunitense Al Capp. Arriviamo in una cittadina fittizia del profondo sud degli Usa, Dogpatch, e andiamo a fare la conoscenza di un giovanotto locale di belle speranze, un certo Li’l Abner. Un omone alto e aitante, moralmente ineccepibile: il prototipo dell’americano ideale degli anni quaranta del secolo scorso.
capp_lil_abnerLi’l è il figlio che tutti i genitori vorrebbero e che tutte le ragazze sposerebbero. Ha un sorriso hollywoodiano perennemente stampato sulla faccia, un ciuffo impomatato e due fossette sulle guance che gli conferiscono un aria da eterno ragazzino. È generoso, leale, ardimentoso e decisamente monogamo: il suo cuore batte solo per la bella Daisy Mae.
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Certo, il figlio degli scalcinati coniugi Yokum (che sta per “bifolco”) non sembra essere dotato di particolare acume e spesso risolve le contese più con i muscoli che con il cervello: è talmente sempliciotto che persino un bambino può avere la meglio su di lui. Di una cosa, però, il giovanotto è sicuro. Per quanto ami la sua ragazza, non ha nessuna intenzione di condurla all’altare.

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Eppure, Daisy è decisamente voluttuosa, è la classica pin-up bionda dalle tette materne e rassicuranti che andava in voga all’epoca per appagare l’immaginario erotico del maschio americano.
D’altra parte la ragazza non fa nulla per nascondere le sue grazie. La gonna corta mette in evidenza le gambe dalla linea perfetta e la camicetta a pois sembra perennemente in sofferenza nel tentativo di contenere le sue procaci rotondità. Nonostante la sua esplosiva fisicità è una gran brava figliola, spesso accetta lavori umili e faticosi senza lamentarsi più di tanto.
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Una moglie ideale dunque, ma il suo fidanzato decisamente non ci sente da quell’orecchio e continua a temporeggiare con i pretesti più assurdi. Per numerosi anni, le strisce di Li’l Abner continuano a ruotare su queste schermaglie e il meccanismo diventa alla fine abbastanza ripetitivo. D’improvviso, però, un lampo di genio si accende nella mente di Al Capp, creatore della serie. Una trovata semplice ma geniale che darà ai personaggi una fama imperitura.

Nato sulle tavole a colori domenicali il 15 novembre 1937 ma pienamente realizzato solo due anni dopo, l’espediente narrativo di Capp si rivela assolutamente vincente. Al s’inventa un’antica tradizione localizzata in Scozia che si rinnova ogni anno dal 1288 e introduce nelle strisce l’evento dandogli un nome altisonante: Sadie Hawkins Day.
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Tutto ruota intorno all’affannosa ricerca del maritino da sposare, da parte delle zitelle del luogo. Ovviamente anche Daisy è della partita ma il suo bersaglio rimane quello di sempre. Fin qui si potrebbe pensare a un’idea ad uso e consumo del fumetto, in realtà ben presto diventa qualcosa di più importante fino a sfociare in un autentica “follia collettiva”. L’anno dopo, nel 1940, circa 350 università statunitensi organizzarono, con le stesse modalità della striscia, un reale Sadie Hawkins Day.

Per molti anni, l’evento ebbe un rilievo assoluto assurgendo ad autentico fenomeno sociologico e scatenando dotte e autorevoli discussioni. La cosa incredibile è che ancora oggi questo rituale continua, seppur su scala ridotta.
Intanto a Dogpatch, il postaccio più brutto del mondo, la vita continuò per lungo tempo ancora: addirittura fino al 1977 e per quattro decenni, puntualmente in ogni mese di novembre, si scatenava la furibonda caccia al maschio sulle tavole di Al Capp.

Per una volta all’anno le gerarchie saltavano e le ragazze potevano rivendicare la loro supremazia sugli uomini.
Ma come finì la storia tra Daisy Mae e Li’l Abner? Bene o male, secondo i punti di vista. Nel 1952, il sogno della biondona e l’incubo del ragazzone si concretizzarono e i due eterni fidanzati si unirono finalmente in matrimonio.
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Capp, non voleva questa soluzione ma fu costretto a “capitolare” dai media che richiedevano una normalizzazione della coppia, che ebbe il suo apice con la nascita dell’unico figlio, Honest Abe, l’anno dopo. Da quel momento la striscia perse molta della sua verve.
D’altra parte il matrimonio è o non è la tomba dell’amore?

1 commento

  1. […] secolo, dando vita a una serie di divertentissime situazioni (non lontane da quelle del campagnolo Li’l Abner quando Al Capp lo fa andare nella grande città). Ben presto, il cavernicolo diventa il viaggiatore […]

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