BOSELLI RIVELA LE VENDITE DI TEX

BOSELLI RIVELA LE VENDITE DI TEX

In coda all’articolo su Mercurio Loi scritto da Marcello Toninelli, storico sceneggiatore di Zagor e autore di Dante, oltre che di Tinì Trantran e Rokko Cipolla per Giornale POP, è intervenuto Mauro Boselli, sceneggiatore e curatore di Tex.

Boselli ha dato con precisione le diffusioni delle serie di Tex e poi, con una certa caduta di stile, se l’è presa con Toninelli.

Ecco i commenti in questione.

Mauro Boselli 3 novembre 2017, 23:01
O Marcello! Tex vende 180.000 copie! Non dare dati a vanvera

Marcello Toninelli 3 novembre 2017, 23:33
Caro Mauro, io ho messo il dato in forma dubitativa proprio perché non esistono certificazioni (tipo ADS) delle vendite Bonelli (né di nessun altro editore di fumetti, praticamente) e le dichiarazioni dell’editore non supportate da alcuna documentazione hanno la stesso valore di quelle che arrivano da altre fonti. Ho sentito la cifra di 120.000 questa estate da persona affidabile, tranquilla e “introdotta”. E’ un dato sbagliato? Può darsi. Il tuo è esatto? Ci credo poco. Mi pare quantomeno l’abituale “gonfiatura” editoriale. La verità sta in mezzo come spesso succede e le vendite sono effettivamente intorno alle 150.000 copie? Lo credo possibile. Ma stiamo comunque parlando di dati a vanvera. I miei come i tuoi. Se vuoi tranquillizzare i lettori, invia a Giornale Pop i tabulati del tuo distributore, e non dovremo più discutere di niente.

Mauro Boselli 5 novembre 2017, 17:46
L’ultima riunione di Tex è stata in luglio e ho visto Tex viaggiare sulle 176.000 copie. Ho pensato: ahi! siamo scesi di poco sotto le 180.000. Ma non siamo ancora neanche a 170.000. Chi diamine ti ha dato quei dati assurdi? Forse si riferiva al color? O al Maxi, che ne so. Il Texone veleggia sulle centomila, ma costa più del mensile, è normale.

Mauro Boselli 5 novembre 2017, 17:48
E scusami tanto, i miei non sono a vanvera, visto che sono il curatore di Tex. Poi non invio nessun tabulato perché la Casa editrice non mi appartiene. Ma un po’ di rispetto lo esigo.

Mauro Boselli 5 novembre 2017, 17:54
La serie regolare perde 5000 copie l’anno e a me già sembrano troppe. Cuntent?
Il Texone vende da due o tre anni sulle 97.000 e quest’anno ha venduto uno o due migliaia in più.

Marcello Toninelli 5 novembre 2017, 18:37
Prendo atto delle tue dichiarazioni (tuttora supportate da niente) e continuo a meravigliarmi che la casa editrice, se ha dati di vendita che tu rivendichi così orgogliosamente e che attesterebbero la buona salute della testata (e della stessa azienda), si guardi bene dal renderle periodicamente e comprovatamente pubbliche. E’ naturalmente suo diritto. Come è diritto di chi cerca di analizzare lo stato del fumetto italiano di cercare altre fonti, ovviamente da prendere con beneficio d’inventario come le tue dichiarazioni.
Poscritto: in occasione della kermesse lucchese ho anche avuto, dal solito Pinco Pallino, i dati di vendita di Mercurio Loi che mi mancavano al momento di scrivere l’articolo. Se riscontrati esatti (e nel giro di alcuni mesi sarà la sorte editoriale della collana a validarli o meno), confermerebbero purtroppo le mie pessimistiche previsioni e la bontà della mia analisi.

Mauro Boselli 5 novembre 2017, 19:08
Qui non si discute dei dati di vendita di una serie bella ma difficile come Mercurio Loi. Si parla di Tex. Quindi sono offeso a nome della Casa editrice e soprattutto personalmente. Il danno l’hanno fatto e tue risposte saccenti e insinuanti più ancora della prima dichiarazione. Tu hai parlato di centomila copie. il dato era chiaramente assurdo: il dubbio non ti ha neppure sfiorato? La prossima volta controlla le tue fonti. Vorrei dire che sono a disposizione, ma per te non lo sono più. Trovo che dare retta a voci incontrollate sia grave e non so quale demone interiore ti abbia spinto a farlo.

Marcello Toninelli 5 novembre 2017, 19:27
Io, veramente, ho scritto “se è vero che anche Tex si sta avviando a scendere sotto la soglia simbolica delle centomila copie”. Anche dalle 180.000 copie che dichiari (scese in un giorno a 178.000), a 5.000 all’anno (Pinco Pallino mi ha parlato di 10.000 all’anno, ma vabbe’…) si fa presto ad arrivarci. Ma, scherzi a parte, se un articolo su Giornale Pop ha il potere di “fare danno”, la Bonelli ha la possibilità di mettere a tacere le “voci incontrollate” semplicemente fornendo i tabulati del distributore. Ma non lo fa. Se il danno non interessa alla casa editrice, perché dovrei preoccuparmene io? Quanto ai miei “demoni interiori”, te lo assicuro, c’è solo il desiderio di conoscere qualche dato certo sull’attuale situazione di un settore editoriale che amo e che, di dritto o di rovescio, riguarda anche me e il (breve) futuro professionale che mi resta. Peccato che l’editoria fumettistica italiana sia la più omertosa del mondo.

Marcello Toninelli 5 novembre 2017, 23:23
Un’ultima considerazione, poi torno a occuparmi del mio lavoro. Negli Stati Uniti, correggetemi se sbaglio, i distributori forniscono mensilmente i dati vendita di tutte le testate. I lettori hanno modo di verificare quale testata vende di più e quale di meno, se una testata negli anni ha perso lettori o ne ha acquistati. Non mi risulta che i responsabili della DC si siano mai stracciati le vesti perché dalle classifiche risultava che Batman in due anni aveva perso 25.000 lettori, né che quelli della Marvel si siano buttati dalla finestra perché gli X Men avevano perso 19 posizioni in classifica. Perché in Italia, invece, c’è questa sindrome paranoica da fortino assediato e quasi tutti gli editori nascondono i loro dati di vendita come se dalla “scoperta” che rispetto all’anno prima si sono vendute tot copie in meno dipendesse il futuro delle loro aziende? Io, sinceramente, non lo capisco. Davvero pensano che se un lettore viene a sapere che il suo personaggio preferito vende di meno, smette di comprarlo? Che strano popolo siamo!


Mio appello alla casa editrice Bonelli:

Per un editore non è un obbligo rendere pubblici i dati delle tirature e delle diffusioni delle proprie pubblicazioni, ciononostante riteniamo che gli appassionati meritino di avere tutte le informazioni possibili sui loro personaggi preferiti per farsi un’idea oggettiva della situazione.
Quindi, per evitare continue speculazioni, sarebbe utile (magari una volta l’anno) dare queste informazioni in maniera completa, corretta e circostanziata.
Sergio Bonelli lo faceva raramente, ma quando lo faceva dava sempre informazioni esatte. Oggi, invece, ci sono una pluralità di voci, interne ed esterne, che continuano a contraddirsi ingenerando confusione.
Rimaniamo in fiduciosa attesa di un riscontro positivo.

Un grazie a Mauro Boselli per il suo contributo in questo senso, anche se un po’ polemico alla fine (la discussione continua sotto nei commenti).

 

Contatto E-mail: info@giornale.pop

53 commenti

  1. Ci mancherebbe che non fossi stato polemico. E’ il minimo, date le circostanze. Le fonti andrebbero controllate. L’ex-direttore Marcheselli aveva comunicato i dati reali un paio d’anni fa e su Fumettologica erano apparsi dati altrettanto precisi. Quindi nessun mistero. Tex va ancora bene e lo confermo. Per me fine della questione. Ma la vostra credibilità, caro Sauro, risulta intaccata Puoi credere di fare tutti gli scoop che vuoi, ma ti consiglio di cambiare “giornalisti”-

  2. Marcheselli e Fumettologica hanno dato, anche loro, dati senza alcuna certificazione. QUELLE fonti non vanno controllate? Tu continui a girarci intorno, ma resta la pretesa che i dati “ufficiali” della Bonelli siano Verità Rivelata, e tutte le altre fonti vadano “controllate”. Il mondo reale non funziona così. O almeno non dovrebbe. E i “giornalisti” non sono solo quelli che riportano acriticamente il Verbo emanato dalla casa editrice. Quelli un tempo venivano chiamati “pennivendoli”. Oggi si usa il più educato termine “embedded”. Né dagli uni né dagli altri sono mai venute informazioni vere.

  3. Toninelli: “Perché in Italia, invece, c’è questa sindrome paranoica da fortino assediato e quasi tutti gli editori nascondono i loro dati di vendita come se dalla “scoperta” che rispetto all’anno prima si sono vendute tot copie in meno dipendesse il futuro delle loro aziende?”
    Perché le vendite sono in continuo calo e a nessuno, suppongo, farebbe piacere passare alla storia come colui che ha portato il più venduto, popolare e longevo fumetto italiano sotto le 100mila copie mensili. Quando la situazione era diversa, l’editore si faceva un vanto delle vendite e ce le sbatteva sotto il naso in continuazione. Ricordo ancora la “tiratura da far paura” di Dylan Dog, quando era in forte ascesa. La pubblicizzava perfino sulle altre testate. Quindi, hai perfettamente ragione: in assenza di dati certificati, chiunque è autorizzato a fare le congetture che preferisce. I numeri forniti dall’attuale curatore di Tex non sono meno opinabili di quelli della tua fonte anonima, proprio per il conflitto d’interesse che vi sta dietro. Chi, più di lui, avrebbe interesse a gonfiare i dati di vendita per confortare la bontà del nuovo corso impresso ormai da qualche anno alla testata?
    Quanto alle 180mila copie, resto perplesso anch’io. Si tratta di un numero che gira ormai da diverso tempo, e dato che lo stesso curatore ammette che c’è un calo costante delle vendite, penso che -a oggi- un dato tra le 160 e le 170mila copie sarebbe più realistico. Augurandosi, ovviamente, che la tua “fonte” non abbia, drammaticamente, ragione.

  4. Fateci sapere Dylan Dog. Voci dicono che le vendite sono aumentate parecchio….

    • ma quando mai? è in forte calo

  5. Senza fare polemica con nessuno, in ambito giornalistico le notizie o sono supportate da documenti certi o se le fonti sono dichiarazioni di persone (comunque considerate affidabili) dovrebbero essere almeno tre. Considero affidabilissimo Boselli, ma ne mancano altre due (e gli anonimi per me non sono affidabili). Quindi, da un punto di vista giornalistico e non personale, i dati per ora restano presunti. Per il resto non credo che abbia senso litigare su queste cose, se la Bonelli non vuole rivelare i dati può farlo, basta dire “non riveliamo i nostri dati”. Comunque, gli editori concorrenti sanno come procurarseli. Saluti

    • Boselli è “affidabilissimo” per definizione. Essendo il curatore della testata, i suoi dati non possono che essere esatti. Non c’è nemmeno bisogno di applicare il principio delle tre fonti. La questione quindi si riduce a: dice il vero oppure no? Io mi permetto di dubitarne. Che senso avrebbe, per una casa editrice, tenere i dati di vendita così gelosamente nascosti, per poi vederseli snocciolare in un sito pubblico come questo da uno dei suoi pezzi da 90 (Boselli non è esattamente un fattorino) solo per replicare polemicamente a un articolo? E se si deve mentire, meglio farlo al rialzo, no?

  6. Negli USA il mercato è diverso e da tempo dominato dalle due Big Guns. Il mio cuore di gazzello spelacchiato perde un battito ogni volta che leggo dell’entusiasmo di Eric Stephenson per un punto percentuale che Image Comics – grazie in larga misura agli zombies di Kirkman – ha rosicchiato a Marvel e DC e non tanto perché abbia qualcosa contro Marvel e DC quanto per una inconscia anarchia che mi fa fare il tifo per il brutto anatroccolo , Dumbo e Fantozzi e la nuova ventata di idee che hanno lasciato la Vertigo per prendere domicilio altrove.
    Tex probabilmente vende + di Bats ( almeno prima del ciclone Snyder/Capullo ) e di molte testate mutanti, ma in casa nostra SBE non ha un avversario storico con cui confrontarsi. Star Comics e Eura/Aura e Play Press prima e Cosmo oggi non ambiscono al ruolo di simmetrico . Se un cartoonist funziona lì o altrove – financo in Shockdom – prima o poi potrà lavorare in via Buonarroti. Astorina gioca in un altro campionato.
    Avremo top ten delle vendite tutti i semestri solo quando e se nel mercato si affaccerà una altra SBE.

  7. Non è chiaro se il dato a cui fa riferimento Boselli sia riferito a “vendite medie” o a “vendite riferite ad uno o specifici numeri”. Nel 2012 (fonte: Marcheselli) Tex vendeva 210.000 copie (dati apparsi su Fumettologicamente). Nel 2014 (fonte: Marcheselli) Tex vendeva 190.000 copie (dati apparsi su Fumettologica). La perdita è stata di 5.000 lettori l’anno come sostiene il curatore Boselli. Poi stop. Nel 2016 Alessandro Bottero ha citato dati (che si potrebbero considerare ufficiosi) secondo cui Tex vendeva 170.000 copie (dati riferiti solo al mercato delle edicole). Il dato era riferito alle vendite medie. Ora Boselli cita il dato di 176.000 copie, ma non ha chiarito se si tratta di vendite medie o di vendite riferite ad un numero specifico. Nel primo caso, troverebbe conferma il dato riferito da Bottero. Ed ancora: il dato di Boselli a quale periodo si riferisce? Egli parla di riunione di redazione di luglio 2017, ma i dati si riferivano ovviamente al periodo precedente, magari dei sei mesi precedenti! Di qui, la domanda: quanto vende “oggi” Tex? Toninelli sostiene che la serie inedita vende 120.000 copie. Ci sembra un dato molto rilevante, ma difficilmente compatibile con la tendenza manifestata finora. Poi ha corretto il tiro ritenendo che il dato più verosimile sia di 150.000 copie. Noi aggiungiamo che la verità sta nel mezzo e che oggi Tex oscilli tra 160-170.000 copie. Vendite buone, ma ammettere che comunque la serie perde lettori ogni anno come processo automatico e inevitabile non significa anche ammettere che , al momento, non si hanno mezzi per fermare la crisi di Tex?

  8. Cari amici di Comix Archive, io non ho mai affermato che Tex vende 120.000 copie. Quanto vende Tex, io non lo so. Ho spiegato che una persona che ritengo abbastanza “introdotta” (ma non è un collaboratore Bonelli a nessun livello) e in assoluta buona fede qualche mese fa mi ha detto, scuotendo sconsolatamente la testa, che le vendite di Tex erano calate ormai a 120.000 copie mensili. Tre o quattro settimana fa qualcuno di cui non ho memorizzato il nome, probabilmente sul gruppo Fumettoso, ha affermato “en passant” (dunque come dato a sua conoscenza e di cui parlava con tranquillità) in tutt’altra discussione che Tex ormai vende 110.000 copie. Tutti dati che ho preso con ampio beneficio d’inventario, come faccio d’altronde con quelli che fuoriescono dalla casa editrice (gli editori, sul proprio venduto, MENTONO da sempre. Salvo eccezioni – Sauro dice che Sergio Bonelli era una di queste e suppongo che lo affermi a ragion veduta – è una cosa naturale, per loro; ho fatto anch’io l’editore e, quando dovevo vendere uno spazio pubblicitario di Fumo di China, di solito citavo la tiratura, per fare migliore impressione; se richiesto esplicitamente del numero di copie vendute confesso che le alzavo quasi sempre di qualche centinaio, quanto bastava per arrivare almeno al migliaio superiore). Che gli editori, su questo argomento, mentano è cosa accettata universalmente, tanto che le agenzie, per organizzare la propria programmazione pubblicitaria, hanno preteso a suo tempo che ci fosse una parte terza che verificasse e certificasse le reali vendite, cioè l’ADS, Accertamento Diffusione Stampa. Alla quale aderiscono e si sottopongono solo gli editori che ospitano pubblicità sulle loro pubblicazioni. La Bonelli non l’ha mai fatto, e dunque le sue vendite non sono MAI state certificate. Tornando al contenuto del mio articolo, è sulla base delle due allarmanti informazioni su descritte che mi sono avventurato a ipotizzare che Tex si stesse avviando a scendere sotto la soglia simbolica delle 100.000 copie. Con la formula “se è vero che”. Cioè, “dato da prendere con ampio beneficio d’inventario”. Perciò, ripeto, NON SO quanto vende Tex. Amerei venire a conoscere il dato dai tabulati del distributore (unico modo di certificarli) a cui non ho accesso. Non potendolo fare, sono costretto a cercare di orientarmi coi dati che girano nell’ambiente e in rete. Dalla reazione scomposta di Boselli (che è arrivato a invitare il direttore di questo giornale a fare a meno di me… caduta di tono non da poco, per di più decisamente ridicola perché gli articoli li scrivo per amicizia con Sauro quando ho un momento libero e dunque, se “allontanato”… ci guadagnerei del tempo libero! Grazie, Mauro), sono portato a credere alle ipotesi peggiori. Comunque, non è che non ci dormo la notte, eh? Se anche Tex vendesse 15.000 copie, invece di 150.000… più spazio per nuovi editori e proposte più fresche. Personalmente, mi limiterei a prendere atto della situazione, non avendo alcun genere di interessi in ballo.

    • Caro Marcello, siamo sulla stessa lunghezza d’onda. La nostra espressione “Toninelli sostiene che la serie inedita vende 120.000 copie” è da interpretare nel senso che ci siamo riferiti a te per il dato delle 120.000 copie, che tu hai chiarito esserti stato comunicato da persona “affidabile ed introdotta”, che immaginiamo potrebbe essere “interna al circuito distributivo”. Per quel che concerne l’oggetto di questa discussione, approfittiamo per aggiungere un elemento, secondo noi, decisivo: la Bonelli ha avuto un calo negli utili netti del 79% negli ultimi due anni, passando da 3 milioni e mezzo di euro e circa 700mila euro del 2016. Cosa significa questo? Secondo noi, poiché Tex pesa per oltre il 50% nei ricavi della casa editrice, è giocoforza concludere, fatti salvi i massicci investimenti pure compiuti dall’editore in questi due anni, ritenere che questo elemento possa avvalorare un rilevante calo nelle vendite di Aquila della Notte, confermando, nella sostanza, il dato che ti è stato comunicato da questa persona “introdotta”. A noi dispiace apprendere che Tex non sta andando bene, trattandosi di un personaggio depositario di valori fondamentali e di Destra che noi sosteniamo. L’unico al momento, in questo Paese. Sulle forme e i modi scelti dal curatore Boselli nel rispondere, non ci pronunciamo. E’ pur vero però che tradiscono un certo nervosismo. Tex vendeva 210.000 copie nel 2012. Se dopo 5 anni (oggi vende in media 170.000 copie) ha perso 40.000 lettori qualcosa non va. Infine, un dato: Boselli ha affermato prima il dato di 180.000 poi quello di 176.000 ma non ha chiarito se si tratta di vendite medie o di un dato riferito ad un numero preciso né di quale periodo.

  9. In Francia, Stati Uniti e Giappone sono i distributori o gli enti preposti a indicare le vendite dei fumetti, in Italia non è così perché sono diverse le condizioni.
    Però basta avere le conoscenze giuste nell’ambito della distribuzione per ottenere i dati e a volte anche i tabulati relativi.
    Visto, quindi, che di fatto gli editori possono accedere alle diffusioni dei concorrenti, non si capisce perché anche in Italia non si possa creare un meccanismo per rendere noti a tutti questi dati.
    Inutile prendersela con Mauro Boselli, comunque: lui non è l’editore e quindi non può offrire “prove concrete” di quello che dice.
    Tantomeno ha senso prendersela con Marcello Toninelli, che nell’articolo per Giornale POP non pretendeva di avere dati certi.
    A parte tutto, suggerirei di affrontare la faccenda con maggiore serenità.

    • Dipende dal grado di compenetrazione nella macchina di produzione di Tex. Un curatore editoriale viene coinvolto nelle scelte che riguardano la promozione del personaggio. Boselli riferisce di avere partecipato ad una riunione a luglio 2017 immaginiamo con i vertici della casa editrice, in cui avranno fatto il punto della situazione. Se paragoniamo i dati ufficiali, abbiamo che Tex vendeva 210.000 copie nel 2012. Oggi vende 170.000 copie. Cosa ne deduciamo? Che Tex perde una media di circa 8.500 lettori ogni anno. Non sono pochi. Significa che in dieci anni, a meno che questa tendenza non aumenti, rischia di chiudere bottega. Secondo noi, quindi, sarebbe opportuno fare qualcosa per invertire questa tendenza.

  10. OK…no politica…però mi piacerebbe fosse giustificata l’affermazione “Tex è di destra”… A me non pare per nulla…a meno che siano di destra i suoi autori…ma mi piacerebbe sapere da dove viene dedotto il fatto…

    • Poiché il gestore del sito ha detto “no politica”, scrivici sul nostro sito o contatti social e ti risponderemo.

  11. Per quello che vale – poco direi considerato che Crepascolino accetta i miei pagherò – sono con Pensaurus quando suggerisce di affrontare la faccenda con maggiore serenità.
    Aggiungo una considerazione: i personaggi seriali , come spiega Steve King in Misery, appartengono di fatto al loro pubblico e scompaiono solo quando il suddetto pubblico ne decreta la fine. No more Little Orphan Annie, for istance. Tex galopperà incontro al crepuscolo dopo aver sgominato l’ennesimo manipolo di gaglioffi malcreati altrimentidetti fino a che i suoi lettori lo vorranno.
    Oggi siamo agli albori della fase ML (Morgan Lost & Mercurio Loi ). Domani chissà. Potremmo avere una Tea Carolei che dirige una olo pulp zine sulle colonie extramondo e rimpiange i tempi in cui rangers indomiti sfiancavano i loro ronzini a sud di Nogales. O una Carol Lostway pingue casalinga dall’alba al tramonto e signora del crimine nelle ore in cu i bravi bimbi dormono i sonni dei giusti. Mai la fine.

  12. Io credo che non sia il caso di mettere in dubbio la buona fede di alcuno, quando siamo tra gentiluomini.

  13. Caro Boselli, i tuoi interventi mi hanno spinto a scrivere questo commento. Ti chiedo cortesemente rispetto. Rispetto per i lettori tutti e per lo stato generale del settore editoriale dei fumetti in edicola.
    Non solo stai scrivendo tante corbellerie ma ne sei pure convinto, pazzesco!!!
    I dati da te riportati sono tutti errati. Probabilmente neanche ne sei consapevole, forse sei rimasto ancorato al passato ma la realtà contemporanea è ben diversa.
    Tex inedito – 157.000 copie (trend in discesa)
    Mercurio Loi – 9.000 copie (trend in discesa netta)
    Dylan Dog Inedito – 78.000 copie (trend in discesa)
    Nathan Never – 21.000 copie (trend in discesa netta)
    Dampyr – 19.000 copie (trend in discesa netta)
    Questi dati sono reali, reali a tal punto che la foliazione da 96 pagine in bianco e nero è stata abbandonata definitivamente in favore delle 64 pagine a colori. Il bianco e nero sarà un ricordo, eccetto per le serie che “reggono”. Allo stato attuale c’è una contrazione delle vendite talmente forte che non è escluso che presto le edicola verranno abbandonate. Con 19.000 copie di venduto non rientri delle spese.

  14. Caro Sauro, i dati di vendita relativi alle edicole italiane sono il classico segreto di pulcinella. Ormai esiste un quasi duopolio distributivo. Ad alti livelli i vari competitors sono a conoscenza dei reciproci dati di vendita perché hanno in comune lo stesso distributore. Inoltre i dati si possono “ricostruire” sempre attraverso la rete di vendita dei distributori locali. Il reso è dichiarato, non più fisico. I grandi editori mandano al macero. Esiste un metodo “innovativo” di reso dichiarato con vari resoconti dettagliati abbastanza “preciso” come quello fisico ed introdotto dal più grande distributore nazionale per le edicole. Il vero lavoro lo fanno i distributori locali, il nazionale è semplicemente quello che si occupa di “smistare” i bancali delle copie in base allo storico del venduto, sempre fornito dai distributori locali.
    Aggiungo:
    Dragonero Inedito – 22.500 copie (trend stabile)
    Dylan Dog Old Boy (ex maxi) – 28.000 copie (trend in discesa netta)
    Credo nella buona fede del Boselli, ma per favore che si aggiorni lui sullo stato del venduto. Tra l’altro i dati di vendita sono argomento quasi giornaliero di discussione.

  15. Ma Martin Mystère a che punto sta? Vende più o meno di Mercurio Loi? E Morgan Lost? Comunque già che ci siamo non è che qualcuno sa quanto vende adesso Topolino? Sono più di due anni che non fornisce più i suoi dati (O__O)…

  16. Caro Alex, ma chi sei? A quale titolo dai queste cifre? Sei un edicolante, sei della CIA? 😉
    E’ chiaro che, con questa cortina fumogena, non ci si capisce più nulla. Avete fatto dubitare anche me!!! Al punto che, stamattina, sono salito a controllare i dati forniti dalla distribuzione. Quelli di luglio, definitivi, sono esattamente quelli che vi avevo dato a memoria. Perché la distribuzione ci dovrebbe mentire? Con questo trend, purtroppo, alla cifra fornita da Alex finiremo per arrivare. Ma fra due anni, spero fra tre. Le cifre di Toninelli, invece, come lui stesso ha detto (!) sono basate sul nulla assoluto. Se uno suppone e basta, può anche supporre che ci sia vita su Giove o che i vaccini facciano male…
    E con questo chiudo. Questo è il mio intervento definitivo. Adios!

  17. parto dall’articolo che dice: “riteniamo che gli appassionati meritino di avere tutte le informazioni possibili sui loro personaggi preferiti per farsi un’idea oggettiva della situazione”.
    e io mi chiedo: perché?
    a me lettore appassionatissimo l’informazione del venduto non interessa per nulla: mi interessano le storie, le sceneggiature e i disegni.
    aggiungo: tutte le polemiche sulle vendite sono sempre incentrate su SBE, mai sentite polemiche su Panini/Star/eccetera e non solo: sono interventi sempre venati da un’acredine assoluta e utilizzati come clava per attaccare la gestione della casa editrice.
    come appassionati, invece di gongolare all’idea di aver preso in castagna l’editore su numeri che non sono in realtà interessanti, sarebbe meglio augurarsi, ma sinceramente, che le cose in Bonelli vadano il meglio possibile.
    chi dice di fare critica fumettistica in tanti casi, su tutti ComixArchive che non sfiora il ridicolo ma ci entra proprio, in realtà attacca tutto quello che SBE pubblica a prescindere: ciò che prosegue un tracciato consolidato perché è la solita minestra riscaldata e ciò che è nuovo… perché è nuovo.
    leggete il pezzo di Toninelli: dice che Mercurio Loi è un buon fumetto [e lo è indubbiamente a mio parere] ma che “è sbagliato”. non fa critica al fumetto, ma attacca la politica di SBE.
    sbaglierò io? forse, ma per me quella non è critica, è polemica.
    tornando a fare l’appassionato vero di fumetti: non bisognerebbe essere lieti del fatto che un autore provi ad alzare l’asticella, invece di augurarsi che scriva cose che nulla aggiungono a quanto già fatto prima?
    non bisognerebbe essere felici che SBE rischi e investa in novità e proponga bei fumetti intelligenti e originali?
    il fatto che SBE investa in proposte rischiose ma intelligenti e al rialzo, come UT e Mercurio Loi ad esempio, è già un fatto _concreto_ che ha per me molto più valore di tutte le polemiche basate su voci di persone “introdotte” e sconosciute.

    • No ai processi alle intenzioni.

    • Vedo che invece non hai capito.
      Processo alle intenzioni significa processare qualcuno per le intenzioni che tu CREDI lui abbia.
      Commenti di persone con poteri telepatici non ci interessano. Grazie.

      • Esattamente. Peccato che sia lo sport nazionale. Giudicare non quel che uno dice, ma le intenzioni più o meno subdole che si suppone lui abbia. La tecnica più diffusa e al contempo più sporca per evitare di confrontarsi nel merito della questione. Mi stupisce che qualcuno non abbia già accusato esplicitamente Toninelli di avere questioni di astio personale contro la SBE. Io ho sbattuto per anni contro questo atteggiamento schifoso, perfino da parte di persone che ritenevo fossero amiche. Mi fa piacere che, almeno qui, si respiri un’aria diversa. Grazie.

      • Sauro, ripeto di conoscere l’espressione e di non avere necessità di spiegazioni.
        tu stai processando l’intenzione che tu CREDI che io abbia di processare altri [potremmo andare avanti ricorsivamente all’infinito, ma per favore fermiamoci qui, ok? 😉 ].

        lasciando da parte ogni polemica, qualcuno potrebbe rispondere alla mia domanda: dire che Mercurio Loi è sbagliato per il mercato è critica fumettistica?
        la critica non dovrebbe interessarsi a come è fatto, scritto e disegnato?

        io non dico che interrogarsi sull’opportunità di pubblicarlo sia vietato, ma da appassionato di fumetti e non di strategie aziendali trovo che siano cose diverse e che lo stesso siano le questioni sui numeri venduti che dovremmo tutti augurarci che siano i più alti possibile per tutte le testate di tutte le case editrici.

        • “Sono interventi sempre venati da un’acredine assoluta e utilizzati come clava per attaccare la gestione della casa editrice”: no processo alle intenzioni.

    • Caro Mario, sorvolando sul pittoresco giudizio che ci hai riservato, secondo te attaccheremmo a prescindere tutto ciò che esce di SBE? Ti invitiamo a leggere con maggiore attenzione il nostro sito. Troverai che il 95% delle recensioni di Tex sono positive e in decine di occasioni abbiamo ritenuto Mauro Boselli il migliore autore di fumetti in Italia in questo momento. Perfino di Dylan Dog troverai recensioni positive (come le storie di Sclavi, Ruju, Ambrosini, ecc.). Pertanto, caro Mario, leggi con maggiore attenzione il nostro sito. Giusto per… ecco il link con la recensione più recente di un numero di Tex: http://comixarchive.blogspot.it/2017/10/tex-n-684-mega-recensione-tex-willer.html Per il resto, aspettiamo le tue pubbliche scuse.

    • Sono d’accordo! In effetti questa polemica sui numeri non mi entusiasma e mi sembra stia avvelenando l’atmosfera e nulla più. A mio personalissimo parere Mercurio Loi è uno dei fumetti migliori in circolazione, così come lo è stato lo sfortunato Adam Wild. Non vendono? Onore alla SBE per averci provato. Secondo me chi ama il buon fumetto dovrebbe augurarsi che non smetta di credere a questi progetti, piuttosto che a iò che vende di sicuro perchè “alla moda”. SBE può farlo perchè, ancora, è “carrozzata”. Mi auguro che possa continuare. Il suo tracollo non gioverebbe a nessuno. Questo almeno il mio insignificante ed inutile pensiero.

  18. Caro Boselli,
    perdona la mia puntualizzazione ma stai giocando con un vantaggio non indifferente se prendi ad esempio il mese di Luglio 2017 hai sicuramente dei dati viziati in quanto vai a verificare il mese “drogato” dell’anno in cui, complici le letture da vacanza, ci sono numeri più alti. Questo accade ogni anno per Tex, Diabolik, Topolino, Dylan Dog. Ogni editore sa che i numeri di Luglio di alcune pubblicazioni vendono di più perché acquistate anche da un pubblico non abituale. I numeri riportati da me sono corretti, basta che fai controllare il mese di Settembre 2017. Solitamente i primi dati statistici arrivano 10 giorni dopo l’uscita del numero successivo. Siamo a Novembre, iniziano ad arrivare quelli di Ottobre. Solitamente tra il venduto statistico e quello dichiarato “finale” la differenza è di 500/800 copie in più o in meno. Il più delle volte in meno in quanto a parte pochi exploit di altri editori non ci sono sorprese sul venduto dei prodotti da edicola. Tex vende quella cifra in edicola, Dampyr idem. Insomma non capisco questa tendenza a “gonfiare” il venduto. Sono numeri molto alti quelli di Tex, ma il trend non è quello che si vuol far credere. Il mercato delle edicole non sta bene attualmente, ma non sta meglio quello delle librerie. I dati di vendita e/o distribuito dei volumi che stanno uscendo sono drammatici malgrado la massa critica che si immette sul mercato. Su 3000 copie di ordine ne ritornano 2800. Questo il trend del 88% delle uscite recenti.

  19. I numeri ed il sottoscritto sono stati creati in due universi comunicanti, ma non si parlano. Sono con Woody Allen quando in un vecchio racconto diceva che le equazioni irriducibili saranno addomesticate con minacce di rappresaglia, ma non è possibile saltellare in rete senza incappare in qualche informazione sulla strategia di vendita di libri e fumetti e libri a fumetti. Mi pare di aver capito che un editore colle spalle larghe può permettersi di pubblicare un fumetto radente il punto di pareggio che fa il suo lavoro perchè raggiunge una nicchia ed è un laboratorio. Grazie a questo ho potuto leggere quattordici volte Jan Dix per esempio. Per questo ipotetico editore corazziere il fumetto Ics a la Dix copre una casella e rende difficile che altri, magari più gracile, cerchi di infilarsi lì. Nel caso poi di personaggi radicati nell’immaginario, ma con vendite medie , come il BZVM, le ristampe del materiale aggiungono carburante. Senza considerare che la stratificazione del concept nella zucca collettiva del pubblico è un jolly da impiegare ed infatti tra poco sarà pubblicata una storia di Topolino Detective dell’Impossibile ed è possibile ( ahahah ) che torni la versione ultimizzata.
    Al di là dei dati di vendita – che sono sicuramente analizzati dall’editore e dal distributore – è rincuorante pensare che un beniamino magari di pochi affezionati lettori può essere pubblicato anche per parecchi mesi/anni.
    Resta il problema di quanti abbiamo lo chassis da culturista. Se Shanna Shokk o Ossian o Longwei o Davvero o altro fossero stati prodotti SBE , avrebbero forse avuto qualche chance in più di imparare a nuotare prima di sparire tra i flutti…

  20. posso sapere perché i miei ultimi commenti non sono stati pubblicati?
    grazie

    • Il primo perché invece di prendere atto che qui non si fanno processi alle intenzioni hai continuato a ripetere che tu non ne fai, il secondo perché avrebbe portato Comix Archive a rispondere ancora.

  21. Alex,continui a non spiegare come pensi di sapere i dati. In effetti non li sai, in quanto anche i dati di settembre sono ben superiori a quelli che dici tu. Punto e chiudo.

  22. Ho la sensazione che da qualche tempo a questa parte un sacco di persone si sentono in diritto di “sparare” numeri solo perchè lo fanno gli altri, e naturalmente alla richiesta di documenti comprovanti tutti si trincerano dietro riservatezze vere o presunte; che il fumetto in Italia sia messo maluccio è un fatto acclarato, che alcune serie siano alla frutta è purtroppo vero, fumetti come Morgan Lost, Orfani, Adam Wild, e lo stesso Mercurio Loi siano o fossero praticamente scomparsi dalle edicole ne denota la difficoltà ad imporsi, condivido in tutto e per tutto l’articolo su mercurio Loi, di cui ho letto solo il 28 di “Le Storie” e m’è bastato, dopo quel senso di stanchezza che mi aveva dato quella lettura come si poteva pensare che avrei speso 5 euro per un “fumettaccio” come quello? Tex perde copie? E’ vero e pur essendo sempre ben presente e visibile nelle edicole, diminuiscono a vista d’occhio i lettori d’annata che se lo fanno “mettere da parte” e questo è un fatto checchè ne dica Boselli, ci sarebbe qualcosa da dire pure su Dylan Dog ma mi pare che sparare su Recchioni sia come sparare sulla Croce Rossa ed al di là del suo presenzialismo sui Social che non serve ad aumentare le vendite, è indubbio che molte colpe le ha, basta vedere le copertine degli ultimi numeri dopo il cambio forzoso del copertinista…lasciamo da parte la politica diciamo invece che Dylan è in grosse difficoltà, come altre testate, quasi tutte alla Bonelli, ma siamo sicuri che un curatore diverso avrebbe fatto meglio di Recchioni? Il suo predecessore ha curato il Martin Mystere a colori chiuso ignominiosamente col N°12 e non ditemi che era previsto, più sinceramente si sperava in un successo per proseguire, successo che non c’è stato evidentemente, anche qui è colpa del curatore? Non sarà che è il fumeto, in Italia direi ma anche negli USA, non incontra più il favore dei lettori?

  23. Mercurio Loi fumettaccio? Veramente secondo me è un fumetto bellissimo, ringrazio Bilotta che è capace di scrivere in quel modo, e la Bonelli che ha il coraggio di mandare in edicola una serie, questo si, poco commerciale, ma che resta meravigliosa lo stesso..

    • Tutti noi siamo convinti che sia un ottimo fumetto, invece.

      • Mercurio Loi è’ semplicemente illeggibile, ed inguardabile, una specie di detective disegnato con la faccia da Topo e scritto con i piedi, secondo me rappresenta, senza mezzi termini, il fondo del barile di un fumetto Italiano sempre più condannato al degrado, saranno i numeri di vendita a condannarlo, anzi, lo stanno già facendo dubito molto che arriverà oltre i due anni di vita, la Bonelli lavora sempre allo stesso modo, questo vuol dire che hanno pronte all’incirca 24/30 sceneggiature esaurite quelle lo chiuderanno, ma se imparano a far di conto lo faranno prima

  24. i dati di vendita possono essere nascosti, ma Bonelli è una s.p.a. con obbligo di pubblicare il bilancio.
    Quindi i conti in tasca, chi vuole, li può fare una volta l’anno sulla base delle scritture contabili.
    Mi sembra assurdo che si litighi su queste cose e mi spiace vedere Toninelli e Boselli, due persone serie, che si mandano reciprocamente al diavolo.
    Ancora più assurdo difendere Tex non perché è una icona della cultura popolare, ma perché sarebbe di un determinato orientamento politico.
    Siamo peraltro tutti consapevoli che, entro pochi anni, il tostapane parlerà con la lavatrice, le macchine si guideranno da sole, i sintetizzatori vocali saranno i nostri soli amici, e le edicole non venderanno più fumetti.

    • Caro Francyduck, non so in quale mia frase hai letto un “mandare al diavolo” Boselli. Mi pare di essermi limitato a dire (e ribadire) che senza certificazioni (cioè pubblicazione dei tabulati del distributore) TUTTI i dati sparati in rete, dall’editore o da persone “informate” estranee alla casa editrice, hanno lo stesso valore: numeri da prendere con beneficio d’inventario. Confesso che certi atteggiamenti dimostrati da Mauro in questo scambio di battute li considero un po’ una caduta di stile, ma sto attraversando un periodo di serenità personale e professionale che mi consente di non curarmene più di tanto. Perciò, credimi, non ho motivo di “mandare al diavolo” nessuno. Lo scambio di punti di vista può anche essere acceso, ma riguarda i fatti e non le persone. Boselli fa la sua parte di “difensore” delle ragioni dell’editore (e del suo lavoro di curatore della testata), io la mia di “giornalista” che, in mancanza di dati certi, rende conto di quelli che “girano nell’ambiente”. Niente di più.

  25. Caro Boselli. Io ti dico grazie. Grazie per le storie di tex che scrivi e che curi.Personalmente quando leggo storie come quelle del texone Il Magnifico Fuorilegge o quella del ritorno di Lupe mi si gonfia il cuore .non vado a pensare quanto ha venduto. Sei un grande curatore e lo hai dimostrato e lo dimostri ancora.tu adori Tex. Mi basta questo.

  26. È assodato che la SBE gradualmente ma inesorabilmente vende meno che in passato in edicola! Ricordiamoci che non esiste solo il mercato da edicola, mercato in forte crisi per gli Editori che ancora si affidano a questo canale distributivo. Da appassionato di Fumetto mi piacerebbe che la SBE comprendesse una volta per tutte di concentrarsi attivamente nelle librerie di varia e fumetterie. Gli unici Editori italiani che proseguono a non perdere utili sono proprio quelli che snobbano le edicole. Il medium fumetto si sta trasformando sempre più in un mercato elitario, quindi edizioni economiche o “da edicola” non attirano più come prima, invece edizioni con tutti i crismi anche se più costose vengono più apprezzate. Sarebbe un grande cambiamento per la SBE, ma penso, che gli farebbe soltanto che bene.

  27. Sono passati alcuni giorni e magari sono fuori tempo massimo, ma provo comunque a chiedere ad Alex, che mi pare informato sul tema della distribuzione, se conosce i dati relativi e Dylan Dog n.371 e Dampyr n.209. In particolare, mi interesserebbe sapere quante copie in meno di Dampyr 209 sono state distribuite rispetto a Dylan Dog 371. Grazie

  28. Penso anch io che il fumetto periodico sia destinato a scomparire. Il futuro sará la versione cartonata. Applaudo tutti voi, perchè in un modo o nell altro, fate e dite tutte queste cose per amore del fumetto. Applaudo Boselli per l immenso lavoro che svolge, sia qualitativo che quantitativo. È durissima, lo immagino. Un saluto a tutti. Evviva Tex.

  29. Chi ha scritto l articolo sauro pennacchioli è ignorante e anche presuntuoso. Perché non vai a funghi

  30. Solo per dirvi che ho 32 anni e ho appena speso 1.000€ per avere (parte) della collezione di Tex. E ancora sono a niente, almeno altri 1000€ se ne andranno per completarla. E da ora in poi non mi perderò un’uscita 🙂. Ma forse sono uno dei pochi: il problema di Tex è il ricambio generazionale: i vecchi muoiono o non leggono più, i giovani non subentrano. C’è un modo semplice per attirarli: una serie tv su Netflix, italiana, fatta bene, per rilanciare Tex fra i giovani e all’estero. Oggi il western sta rivivendo un periodo d’oro al cinema (Tarantino, Harris, fratelli Cohen, diverse serie tv), Tex ne deve approfittare come fece negli anni 60.

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