ARCHEOLOGIA DELLA GUERRA FREDDA

ARCHEOLOGIA DELLA GUERRA FREDDA

Se in Inghilterra vi capita di passare da Stenigot, paesino del Lincolnshire poco distante dal capoluogo Lincoln, non mancate di andare a vedere i resti di quattro grandi antenne paraboliche della rete troposcatter Nato Ace-High. Percorrete Manor Hill, individuate una torre a traliccio oggi usata per gli esami di ammissione alla Raf (l’aeronautica militare britannica), parcheggiate e seguite per un duecento metri il sentiero alla destra della torre, che è bello sapere essere protetta dallo Stato come struttura di importanza storica.

Ex torre radar di Stenigot, sotto protezione delle Belle arti (foto dell’autore)

La Ace-High era una rete di collegamenti radio del sistema di avvistamento militare della Nato, che dalla Turchia raggiungeva il nord Europa. Attivata alla fine degli anni cinquanta, serviva a comunicare in tempo reale agli alti comandi del Patto atlantico la notizia di un attacco da parte delle forze militari comuniste del Patto di Varsavia. A partire dalla fine degli anni ottanta è stata via via sostituita da sistemi satellitari o più semplicemente dismessa con la fine della guerra fredda. I satelliti militari erano già in uso negli anni sessanta, ma ponevano problemi di segretezza delle comunicazioni e soprattutto erano scarsamente immuni da interferenze da parte del nemico. Per contro, un segnale troposcatter è difficilissimo da intercettare e quasi impossibile da disturbare.

Antenna troposcatter sull’isola di Creta. Su concessione del sito Ricerca + Sperimentazione (http://ricercasperimentale.blogspot.com)

Il troposcatter è un ingegnoso e in un certo senso folle sistema di comunicazioni radio a media distanza, fino ad alcune centinaia di chilometri a tratta. Il prefisso tropo fa riferimento alla troposfera, scatter vuol dire dispersione, ma in questo caso il poco scientifico sparpagliamento rende meglio l’idea. Con un sistema troposcatter si trasmette un segnale radio in Uhf o microonde con una potenza elevata, da mille a 50mila watt. Le grandi antenne a parabola concentrano il segnale amplificandolo: poche migliaia di watt concentrati da una parabola del diametro di venti metri possono diventare un fascio da centinaia di migliaia di watt (dipende anche dalla frequenza usata). Il segnale raggiunge la troposfera (lo strato più basso dell‘atmosfera a una quindicina di chilometri di altitudine). Lì, parte del segnale viene riflesso dalla umidità presente nella parte superiore della troposfera e torna a terra sparpagliato in tutte le direzioni. La grande parabola ricevente raccoglie frammenti di questo segnale riflesso e lo passa a ricevitori sensibilissimi, i quali lo amplificano abbastanza da renderlo utilizzabile. Negli anni settanta una tipica rete troposcatter veicolava anche più di duemila canali telefonici, oltre a canali telegrafici e di comunicazione dati. Qui ci occupiamo di una rete militare, ma il sistema era (ed è) utilizzato anche in ambito civile.

Grafica AutoCad esplicativa del funzionamento del sistema troposcatter

È un sistema in un certo senso folle perché per ricevere un segnale debolissimo si mettono in gioco grandi potenze e strutture, per contro è un sistema affidabile,
1. Non risente della varia influenza solare, come le onde corte, medie e lunghe, bande di frequenze che oltretutto possono veicolare un solo canale audio o telegrafico alla volta.
2. Sostituisce una lunga catena di ripetitori in microonde (che per motivi tecnici devono essere in portata ottica tra loro), facilmente suscettibile di guasti e sabotaggi e a volte non realizzabile: per esempio la stazione Nato di Dosso dei Galli, sui monti tra i laghi di Iseo e di Garda, era in contatto con quella tedesca di Feldberg, nel Baden Württemberg, scavalcando la Svizzera, che da Paese neutrale non avrebbe accettato i ripetitori.
3. È difficilmente intercettabile e interferibile, a meno di non andare in giro con paraboloni giganti e piazzarsi nelle vicinanze della stazione militare cercando di non dare nell’occhio.

La rete Ace-High della Nato. La stazione inglese Ubiz è quella di Stenigot, Idgz e Afez sono rispettivamente Dosso dei Galli e Feldberg

Chi volesse approfondire l‘argomento trova parecchio materiale in rete. Il sito Ace-High-Journal  è una ricca raccolta ordinata di informazioni e fotografie, è in tedesco ma anche chi non conosce la lingua può esplorarlo facilmente e utilmente. In Italia, un gruppo di radioamatori ha ricevuto in gestione a fini di sperimentazione l‘impianto citato di Dosso dei Galli. Il loro sito web è apparentemente alla deriva, fornisce comunque informazioni in italiano e qualche discreta foto in bassa risoluzione. Google vi indirizzerà verso i siti più diversi, quasi tutti interessanti: da quelli puramente tecnici a quelli delle aziende che tuttora producono impianti troposcatter, a quelli dei militari in pensione delle basi Nato.

Antenne troposcatter di Stenigot, dettaglio, (foto dell’autore)

Ma torniamo a Stenigot, nel Lincolnshire. A differenza di fabbriche, ospedali, bunker, stazioni, aeroporti abbandonati, i siti di antenne non sono tra le mete preferite dagli appassionati di archeologia industriale. Si prestano poco alle fotografie dai colori drammatici tanto amate dagli urban explorer, e anche gli speculatori, abilissimi nel trasformare acciaierie in resort di lusso capolavori del Kitsch, non sanno che farsene. Per noi questo è un vantaggio in termini di solitudine e raccoglimento durante la loro visita. Le antenne troposcatter sono manufatti tecnologici bellissimi. Sempre accoppiate – due per trasmettere e due per ricevere – sono state nella maggior parte smantellate e le poche rimaste, ormai spente, si trovano perlopiù all‘interno di zone militari inaccessibili. Quelle di Stenigot, che a questo punto non vedrete l‘ora di andare a vedere, sono un caso strano. Le parabole furono smontate nel 1996 con l‘intenzione di portarle via, ma poi sono rimaste lì e probabilmente ci resteranno invecchiando nei secoli come il sepolcro di Pisone Liciniano. Gli abitanti del paesino sembrano esserne piuttosto orgogliosi, e a ragione. Il luogo comunica serenità e predispone a pensieri profondi sulla vita e la morte, lo stato d‘animo che gli adepti settecenteschi del rovinismo sia artistico sia filosofico cercavano percorrendo l‘Appia antica.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta del sepolcro di Lucio Calpurnio Pisone Liciniano sulla via Appia Antica

Perché si crei quell‘alchimia propizia all‘introspezione è tuttavia necessario che l‘ammasso di pietre o di ferraglia abbia un significato storico per il viaggiatore. Ecco perché prima di partire per l‘Inghilterra centrale è bene conoscere la storia della rete troposcatter della Nato e se possibile appassionarsene. Attenzione, accorgendosi del vostro pacato entusiasmo gli abitanti del luogo vorranno probabilmente indirizzarvi con insistenza verso un altro manufatto radiotecnico nelle vicinanze: il radar del coordinamento traffico aereo del Regno Unito orientale. Non fatevi infinocchiare, è solo un grosso pallone da calcio su uno stelo di cemento armato.

Torre radar del controllo traffico aereo Regno Unito orientale, l’antenna è sotto la protezione bianca chiamata radome (foto dell’autore)

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